Michelangelo Buonarroti, Carrara e il Marmo

Il 18 Febbraio del 1564 se ne andava uno dei più importanti artisti italiani che ha rivoluzionato la storia dell’Arte: lo scultore, pittore e architetto Michelangelo Buonarroti. 

Come tutti sanno, lo scultore è diventato famoso per le sue opere realizzate utilizzando i pregiati marmi della nostra Città. Vari studi e testimonianze, come quelle di Carlo Frediani e di Vasari, confermano la presenza assidua dell’artista a Carrara alla ricerca della preziosa materia prima. 

Si può affermare che Michelangelo venne per la prima volta a Carrara intorno al 1496 per scegliere i marmi per eseguire la “Pietà” custodita oggi nella Basilica di San Pietro, in Vaticano. Successivamente, le sue visite si fecero sempre più frequenti, qui Michelangelo poteva stringere rapporti d’affari, scegliere i marmi che più si prestavano alla sua bravura artistica e imparare le tecniche utilizzate dai lavoratori del marmo della zona. 

Il suo soggiorno più lungo coincide con la commissione del mausoleo di Papa Giulio II. In questo periodo Michelangelo rimase circa 8 mesi in città a studiare giorno e notte i nostri marmi pregiati. Un’altra concreta notizia della presenza di Michelangelo è l’iscrizione incisa sul bassorilievo dei Fantiscritti, dove fra le tante firme, si legge quella di Buonarroti. Inoltre, oggi tra le cave di marmo di Carrara, una è denominata proprio “Cava Michelangelo”. 

Ricordiamo a tutti i cittadini che il Museo Carmi di Carrara all’interno di Villa Fabbricotti situato all’interno del Parco della Padula ospita un’esposizione permanente che testimonia lo stretto legame tra Michelangelo e il nostro marmo di Carrara. Quindi gli interessati possono approfondire questo legame visitando il piano nobile, dove potranno ammirare alcune riproduzioni delle opere più famose, video, fotografie, stampe e documenti storici.

Un contemporaneo dell’epoca, descrive con queste parole l’artista nell’atto di «tirar fuori» dal marmo una delle sue famose figure: 

Io posso dire di aver visto Michelangelo, a sessant’anni, buttar giù più scaglie di un durissimo marmo in un quarto d’ora, che tre giovani scalpellini in un’ora. Una cosa incredibile a chi non l’ha vista! Egli si avventava sul marmo con tale impeto e furia, da farmi credere che tutta l’opera dovesse andare in pezzi. Con un sol colpo staccava scaglie grosse tre o quattro dita, e così vicino al segno stabilito, che se avesse fatto saltar via un tantin più di marmo, correva rischio di rovinar tutto.
Michelangelo affermava infatti che la figura è già dentro nel blocco di marmo, si tratta solo di tirarla fuori, di liberarla, togliendo il sovrappiù, la materia inutile che la circonda. 

Vogliamo ricordare questo straordinario artista con una delle sue citazioni più celebri:

Il marmo è come l’uomo, prima di intraprendere qualcosa, devi conoscerlo bene e sapere tutto ciò che hai dentro.
Così, se in te ci sono delle bolle d’aria, io sto sciupando il mio tempo.